Iridologia

Iridologia

L'Iridologia

“L’Iridologia è quella scienza che studia i fenomeni nell’occhio: i colori, i disegni, le architetture, le anomalie e li mette in relazione con la salute o i disturbi che il soggetto accusa fisicamente o psichicamente”

Siegfried Rizzi

La lettura dell’iride è uno strumento elettivo di indagine, grazie al quale è possibile vedere, impresse nei cromatismi degli occhi e nei segni caratteristici rivelati dall’iridoscopio, le predisposizioni costituzionali e le eventuali problematiche manifeste, o alle quali la persona potrebbe andare incontro, di natura funzionale od organica.

Non solo, i nostri occhi rivelano anche le nostre attitudini caratteriali ed emozionali. In tal senso si può a buon diritto affermare, in accordo alla tradizione, che gli occhi siano lo specchio dell’anima.

L’iride è collegata agli organi e ai tessuti del corpo tramite le fibre nervose dell’occhio. Inoltre, è irrorata da numerosi vasi sanguigni, che possono generare variazioni di pigmentazione. È così possibile, conoscendo i segni e i cromatismi, rilevare ad esempio stati infiammatori in corrispondenza di determinati organi, problematiche di natura digestiva, accumuli tossinici, stati di stress, etc.

L’analisi dell’iride guida il naturopata nell’individuazione dei rimedi più adatti al riequilibrio di quel “terreno”, per ciò che esso nella propria unicità manifesta nel momento presente o potrebbe manifestare in futuro.

Cenni Storici

Le prime tracce dell’utilizzo dell’occhio per verificare la funzionalità dell’organismo e gli aspetti della personalità risalgono a circa 2000 anni prima di Cristo.

Opere antichissime di medicina indiana e cinese riportano le osservazioni sistematiche sull’occhio, studiato per conoscere la salute del soggetto. Anche nella prima medicina Tibetana l’occhio coi suoi segni e colori veniva utilizzato nell’ambito della cura dei malati per fini diagnostici.

Nella cultura egizia l’occhio è per l’uomo ciò che il sole è nell’universo e nei papiri medici è indicato il collegamento tra le manifestazioni oculari con malattie degli organi interni. Nel famoso papiro di Ebers, risalente al 1500 a.C., si legge: “un occhio in cui è apparso ogni evento infausto”.

La cultura mesopotamica concepiva il legame tra Astrologia e Medicina. Nel capitolo “Zodiaco dell’occhio” del libro astrologico di Libra si legge: “tutto ciò che succede nel cosmo si riflette nell’uomo. Tale riflesso ha luogo nell’intero organismo e l’iride è fatta per farcelo riconoscere”.

In epoca ellenistica Ippocrate di Cos, considerato il discendente del Dio Esculapio e il fondatore dell’arte medica occidentale, scrive nel libro “Epidemie”: “Tali sono gli occhi, tale è il corpo”.

Aristotele, nel suo “Scienza della fisiognomia” scrive “Dell’uomo che ha li suoi occhi macchiati – Ma quell’ uomo è pigiore di neuno dei sopradietti, li cui occhi sono macchiati di macchie bianche u nere u rosse d’intorno intorno (…)

La mistica tedesca Ildegarda di Bingen (1098 – 1170) nel suo “Causae et curae” descrive cinque tipi di occhi e vi associa peculiarità caratteriali: “Le persone dagli occhi azzurri a volte sono spensierate, a volte avventate o sfrenate, oppure indolenti e maldestre. Ma tutto quello che fanno, lo fanno in maniera profonda. Chi ha gli occhi rosso fuoco è intelligente, acuto, irascibile. Le persone con occhi misti sono alquanto instabili, quindi a volte tristi, a volte allegre, ma basilarmente affidabili. Quelle con gli occhi verdi sono instabili, spensierate ed astute, sono portate ai lavori manuali e afferrano al volo quel che non conoscono. Chi ha gli occhi marroni è intelligente, aperto ai buoni consigli, ma timoroso nel suo agire”. Suggerisce per ogni tipologia le debolezze costituzionali ed i rimedi più opportuni.

Nel rinascimento, Teophrast Bombast von Hohenheim (1493 – 1541), alias Paracelso, grande medico e ricercatore, scrive “Considerate l’occhio nella testa con quale arte ammirevole è costruito e come il corpo medio ha impresso così meravigliosamente la sua anatomia in quest’organo e vi ha lasciato la sua impronta. È da questa immagine e da questa impronta che deriva la conoscenza della medicina”.

Nel XVII secolo Philippe May, medico tedesco nel suo trattato dal titolo “Phisiognomia medica” scrive, anticipando la moderna pratica iridologica:

“(…) Chi gode di una perfetta salute, ed è veramente felice e sano, deve avere gli occhi limpidi, senza linee, o macchie di sangue: perché dal momento che questi segni negativi si trovano negli occhi di una persona, bisogna che producano i loro effetti, secondo la loro grandezza. (…) Quando appaiono dei piccoli segni molto sottili, in occhi che in precedenza erano limpidi, significa che il fisico si è indebolito.

Quando si vuol sapere in quale parte del corpo si trova la debolezza, bisogna dividere gli occhi in quattro parti. La prima parte in alto, significa la testa. E siccome la testa ha una grande simpatia con lo stomaco, si potrà nello stesso tempo trovare le malattie che provengono dai vapori che salgono dallo stomaco.

Il lato destro degli occhi, indica tutte le membra del corpo che sono nella parte destra, come la mammella destra, il fegato, ecc. se ci sono dei segni infausti sul lato sinistro, vorrà dire che il cuore e la mammella sinistra sono indisposti, e in breve tutto il lato sinistro; e se l’umore è malinconico, è segno che la milza è sofferente.

Se le macchie si trovano nel mezzo, o vicino al centro dell’occhio, è segno che il corpo è indisposto e sofferente in mezzo al petto.

L’ultima parte degli occhi che è in basso, significa le viscere, l’apparato genitale e i reni, se una persona ha gli occhi cattivi in questa parte, cioè occupati da alcuni segni negativi, è soggetta alle coliche, all’ittero e alla tosse. (…)

Ci sono persone convinte che i segni e le vene negli occhi siano come dei raggi del Sole (Radii Solares) e pensano che siano positivi, ma tutti i motivi spiegati prima, dimostrano il contrario e tale opinione è falsa e senza fondamento”.

Logo Silvia Zironi